L’esecuzione di Carlo I Stuart

L’11 novembre del 1647 il re fuggì dalla residenza in cui era detenuto, dopo la sconfitta della battaglia di Naseby  del 14 giugno del 1645. Tale evento convinse Cromwell  ad assumere posizioni più autoritarie rispetto a quelle tenute in precedenza dagli altri ufficiali. Fu così che il 30 gennaio 1649 Carlo I venne accusato di tradimento e decapitato.  Per la prima volta in Europa un popolo metteva a morte il proprio re, giustiziandolo in pubblico e consentendo a persone di ogni stato sociale di assistere alla condanna.

 In particolare Carlo I è stato il primo monarca della Storia a venire condannato a morte da un tribunale, attraverso una regolare sentenza emessa in nome della legge.

 Le sue ultime parole furono: “Passo da un mondo corruttibile a uno incorruttibile, dove c’è pace, tutta la pace possibile” Furono trascritti, nel dettaglio, i vari momenti dell’esecuzione. Numerose persone si avviarono verso il cesto dov’era la testa del re, per intingere con dei fazzoletti bianchi il sangue di Carlo, dando così inizio al culto del re martire.

È ancor oggi aperto il dibattito su chi sia stato il boia che eseguì la decollazione di Carlo. Le fonti dell’epoca infatti negano che si sia trattato di Richard Brandon, il boia ufficiale della città di Londra, considerando inoltre che quel giorno era assente sul posto. Numerose sono le attribuzioni anche se il vero responsabile non fu mai individuato. Carlo II, quando diventò re, nel 1660 condannò undici uomini per l’omicidio del padre, ma non riuscì nemmeno allora a scoprire l’identità del boia. Studi compiuti nel 1813 hanno concluso che l’esecutore doveva essere esperto nel suo lavoro.

Cromwell, uno dei maggiori antagonisti del re, permise che la testa del sovrano fosse ricucita al corpo e che fossero eseguiti, in forma privata, i funerali. Il 7 febbraio 1649 un ristretto gruppo di fedeli seppellì il corpo di Carlo nella cappella del Palazzo di Windsor. Carlo II pensò successivamente alla costruzione di un grande mausoleo per onorare il padre, ma non riuscì mai a realizzarlo. Dopo la morte di Carlo il potere passò definitivamente nelle mani del Parlamento Lungo e in seguito in quelle, di Oliver Cromwell, che venne eletto Lord protettore. Solo nel 1660 il figlio maggiore di Carlo, Carlo II, riuscirà a tornare sul trono d’Inghilterra.

Poco tempo dopo la decapitazione del sovrano, apparve un libriccino, subito ritenuto essere una monografia di Carlo. Il libro, dal titolo greco EikonBasilike (Ritratto del re) conteneva una esaltazione della figura del sovrano e della sua politica. Uno dei più fedeli seguaci del re, William Levett, che lo aveva seguito sino al giorno dell’esecuzione capitale, testimoniò di aver visto Carlo scrivere il libro]. I membri del Parlamento, irritati e spaventati per la diffusione del libro, commissionarono al poeta e scrittore John Milton la stesura di un libro che andasse contro il contenuto della monografia, intitolato, sempre in lingua greca, Eikonoklastes (Iconoclasta)].

L’esecuzione come era comprensibile suscitò grande scalpore ma il suo messaggio era chiaro: Il re non era superiore alla legge elaborata dai rappresentanti del popolo e il suo potere era un potere ascendente, che proviene non dall’alto cioè da Dio, ma dal basso cioè dal popolo.

Elena Galasso I A  a.s. 2018/2019

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